Beh. Si parte…… Credo che questa sia stata la frase che la maggior parte dei partecipanti al Corso Invernale YAMA hanno pronunciato o quantomeno hanno pensato quando, quella ormai lontana mattina di febbraio ci siamo ritrovati al parcheggio di Prati di Tivo armati di scarponi, zaini e piccozza.

Ma sono convinto che sia stata anche la frase che hanno pronunciato i nostri Maestri, Carlo, Pino e Ulisse (prima di pensare qualsiasi cosa vi dico che li ho citati in ordine alfabetico),per i quali mi approprio di uno spazio non mio all'interno di questa relazione, per ringraziarli e soprattutto per fargli i miei personali complimenti per la conduzione del corso. D'Altronde anche per loro era la "prima volta" che ufficialmente portavano delle persone in montagna di inverno. Pensate che responsabilità! Sono stati impeccabili, gentili al punto giusto, e duri nei momenti importanti.

Ok tiriamo oltre.

Partiti ci inoltriamo subito nel rado boschetto che ci conduce all'ingresso della Val Maone. Iniziamo a salire, via i primi indumenti, in montagna si suda anche d'inverno. Proseguiamo fino a trovarci immersi in un paesaggio spettacolare con a sinistra le Spalle del Corno Piccolo e a destra i Pilastri dell'Intermesoli. La giornata non è bella, è nuvoloso, il pendio inizialmente non è assolutamente ripido, ma camminare sulla neve nasconde sempre le sue insidie e poi è faticoso.

Ad un certo punto come d'incanto le nuvole si aprono e ci regalano una giornata splendida come solo l'imprevedibilità della montagna sa regalare, un cielo blu proprio delle migliori vette Himalayane.

Chiaramente ne approfittiamo per fare la sosta per il pranzo e per prepararci alla parte più dura dell'itinerario, raggiungere il Passo della Portella.

Si riparte, ci alterniamo davanti per fare la traccia, devo dire che il gruppo atleticamente si difende bene. Man mano che si sale il pendio si fa sempre più ripido, ma la voglia di arrivare in cima è tantissima. Le parole si fanno sempre più rare e tra un rimprovero di Ulisse "metti la becca verso la montagna" ed uno di Carlo "non rovinate le tracce a quelli che seguono", "sante parole" aggiungo io, si arriva in vetta.

Strette di mano e grande gioia, era la prima.

Ma Pino! Dove cavolo è finito il Volpone?

C'è un detto, non so se lo usano anche i montanari ma credo che sia appropriato e recita più o meno così: "non a caso esistono i Maestri e gli allievi", a buon intenditor poche parole.

Alla prossima, Duilio